LA SPALLA

LA SPALLA

LA SPALLA

L’articolazione scapolo-omerale, da un punto di visto evolutivo, rappresenta la massima tappa raggiunta da homo sapiens rispetto al suo progenitore che ancora non aveva raggiunto la stazione eretta. Essa è in assoluto la più mobile, infatti compie movimenti per 360° e in 3D. La stessa viene quindi considerata l’articolazione più instabile del nostro corpo.  Il versante articolare della scapola  è rappresentato dalla glena, che ha altezza di 3,5 cm e larghezza di 2,5 cm ed è senza capacità contenitiva. Questa peculiarità anatomica consente alla testa omerale, paragonabile ad un segmento di sfera, di realizzare la più ampia mobilità. Tutto questo, a scapito della stabilità articolare che è affidata ai cosiddetti tessuti molli: la capsula, il cercine glenoideo che è una struttura cartilaginea, i legamenti e i tendini. Pertanto, questa articolazione ha la più alta frequenza di lussazioni. La lussazione antero-inferiore di spalla è la più ricorrente: circa l’80%. A questa, si associa anche una frattura da impatto della testa omerale, la cosidetta lesione di Hill Sachs.

Un importante capitolo di patologia della spalla è rappresentato dalla cuffia dei rotatori che negli ultimi venti anni ha finalmente avuto un meritato riconoscimento. Questo dovuto a più fattori: le attività fisiche praticate tra cui tennis, paddel,pallavolo, pallacanestro, e lavori manuali ‘over-head’ ecc…

In passato questa patologia era identificata come: periatrite scapolo omerale o periartrite calcifica o morbo di Duplay.  Attualmente, grazie a diagnostiche di imaging più dedicate quali ecografia doppler e la Risonanza Magnetica(R.M.) ad alto campo, si è in grado di diagnosticare in maniera selettiva il tendine compromesso, l’entità del danno, la sua topografia; e quindi differenziare se la lesione parziale interessa più il versante articolare o bursale. Questa evoluzione diagnostica è avvenuta di pari passo alla più appropriata clinica che consente di identificare la peculiare patologia già dalle prime manovre di semeiologia, ciascuno dei tendini della cuffia dei rotatori. Parimenti,  le tecniche chirurgiche si sono evolute, dalla classica via open, alla mini open, fino alla artroscopia che non danneggia i piani profondi muscolari e/o tendinei e ancora più consente una visione 3D dell’articolazione scapolo-omerale. Inoltre, l’artroscopia consente un maggiore approfondimento diagnostico dinamico, rispetto alla R.M. ad alto campo.

Tutto questo ha ripercussioni positive non solo sui tempi di guarigione che si accorciano, ma soprattutto sulla appropriatezza dei trattamenti chirurgici, quindi sul risultato clinico finale.

16/06/2023


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